Non avrei mai creduto di dirlo, soprattutto durante gli anni di scuola, ma la matematica è la lingua più completa che si possa concepire: è interculturale, interraziale, e ci permette di comunicare e comprendere concetti che altrimenti non sarebbero esprimibili.
LA MATEMATICA E’ LA BASE DELLA ROBOTICA
Sin dal 1600, il genere umano cominciò a sviluppare il desiderio di costruire degli assistenti robotici, tanto da portare alla costruzione delle prime “calcolatrici” (tra i più celebri, vi fu Blaise Pascal con la sua macchina per fare operazioni utilizzando il riporto automatico), fino ad arrivare al genio (incredibilmente sottovalutato) di Alan Turing e della “Macchina di Turing”, che gettò le basi per costruire il mondo nuovo, il mondo digitale.
LA NASCITA DI UNA NUOVA DISCIPLINA
Solo dal 1956 prese forma ufficialmente lo studio delle intelligenze artificiali (e tra i fautori, vi era già di mezzo Arthur Samuel di IBM), con particolare attenzione alle prime macchine ed i primi programmi chiamati Logic Theorist (LT) e General Problem Solver (GPS), che avevano lo scopo di simulare le capacità di apprendimento tipiche del genere umano. I problemi però non erano legati solo all’apprendimento, ma al creare una vera e propria riproduzione del pensiero cognitivo degli esseri umani, ovvero imparare e prendere autonomamente delle decisioni, e sarà solo 40 anni dopo che arriveremo a qualcosa di molto simile…
DEEP BLUE VS KASPAROV
10 Febbraio 1996, la svolta per la robotica: il computer Deep Blue, prodotto dalla IBM fu in grado non solo di giocare autonomamente contro il campione del mondo all’epoca in carica e leggenda degli scacchi Garry Kasparov, ma fu addirittura in grado di vincere, suscitando un grande scalpore (e forse anche molto timore). Come già citato in precedenza, IBM è sempre stata all’avanguardia nel campo delle intelligenze artificiali, e non è un caso che il coinvolgimento di un’azienda multinazionale, con un forte imprinting “capitalista” abbia poi portato (forse involontariamente) il concetto delle AI dall’accademia all’industria, per arrivare fino all’attualissimo Digital Marketing.
LA NASCITA DEI CHATBOT
AI e marketing uniti per la stessa causa, non potevano che portare alla nascita dei chatbot.
A differenza di quello che in molti possono pensare, la tecnologia dei chatbot applicati al marketing non è affatto nuova: i primi chatbot nacquero come supporti d’assistenza per i siti web, ovvero erano composti da una parte programmata (che rispondeva o si attivava in automatico) e da una parte umana, che andava a sostituirsi a quella automatizzata per assistere i clienti (una live chat per intenderci). Fu sempre IBM la grande promotrice di questa tecnologia, tanto da essere ancora oggi presente nel mercato con un prodotto formidabile chiamato “Watson”, ma che come molti dei suoi competitor, richiede una grande esperienza nel campo della programmazione.
LA RIVOLUZIONE DEL MESSENGER MARKETING
Da una semplice calcolatrice ad un assistente in grado di gestire ordini, prenotazioni, vendite e domande dei clienti, il tutto in poco più di 60 anni, con un ritmo di crescita che è diventato esponenziale negli ultimi due anni. La necessità di questa tecnologia (come il suo sviluppo) è dovuto alle potenzialità che i primi colossi vi hanno intravisto: automatizzare il lavoro porta a enormi benefici quali il risparmio di tempo e di denaro, ma è solo grazie al recentissimo concetto di Messenger Marketing che ora possiamo includere tra le qualità di questa tecnologia parole come “efficienza” e “ottimizzazione”. I moderni chatbot si possono raggruppare in due categorie, standard e dynamic:
i chatbot tradizionali (standard) sono principalmente utilizzati per effettuare campagne pubblicitarie (Facebook Ads in primis), raccogliere dati ed informazioni sugli utenti, broadcasting (l’equivalente delle Newsletter per e-mail), ed assistenza basilare al cliente. I chatbot dinamici (dynamic) si distinguono invece per la loro capacità di poter interagire ed essere integrati con altri servizi, altre piattaforme, e per la loro completa personalizzazione che non solo consente di compiere tutte le azioni dei chatbot standard, ma può assumere “vita propria” gestendo ordini, appuntamenti e prenotazioni in completa autonomia, escludendo completamente l’intervento umano (anziché dover aspettare conferma o comunque restare in attesa di un operatore per una semplice pizza o un appuntamento importante, è il chatbot dinamico che si fa carico delle richieste dei clienti aggiornando automaticamente gli appuntamenti, cancellandoli o suggerendo altri orari).
Nei prossimi articoli andremo a vedere i chatbot nel dettaglio, quali sono le previsioni di mercato e di sviluppo di questa tecnologia e tutti i grandi quesiti che portano i marketers a schierarsi in più fazioni (una su tutte, l’epica battaglia tra e-mail marketing e messenger marketing).