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Come reagiscono i brand allo scontro Russia-Ucraina

Come stanno reagendo i brand alla guerra tra Russia e Ucraina

Nel vortice della guerra tra Russia ed Ucraina quasi nessuno è rimasto a guardare, soprattutto i brand in ogni settore. A partire dal 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’invasione Russa in Ucraina, il Paese di Putin è stato completamente isolato a livello economico e sociale.

Putin vieta l’uso dei social media in Russia

Il Presidente russo, grande stratega, ha cominciato vietando l’utilizzo di Twitter e Facebook nel suo Paese e, di risposta, Meta ha bannato tutti i contenuti sponsorizzati russi. Una prima reazione decisa da parte di Zuckerberg che riassume lo stato d’animo di tutti i cittadini mondiali. 

In virtù di ciò, i social media sono diventati il mezzo principale per comunicare le reazioni dei brand alla guerra in Ucraina. In concreto, alcuni dei brand più importanti al mondo, tra cui Toyota, Volkswagen, Mercedes, Ford,  Boeing, Exxon, Apple e Canada Goose hanno comunicato che non venderanno i loro prodotti in Russia, rinunciando ad una grossa fetta di mercato ma solidificando la loro identità pubblica.  

L’influenza della guerra sul mondo del marketing

Palazzo distrutto dalla guerra in Ucraina

In queste situazioni, prendere una posizione che condanni ogni atrocità è di vitale importanza per il valore etico e morale di un brand. Le vicende degli ultimi due anni hanno influenzato il futuro e la comunicazione di tantissimi brand, che hanno deciso di rivolgersi in modo differente ad un pubblico sempre più voglioso di rispecchiarsi in marchi attenti alle cause sociali.  

Arrivando agli eventi dello scontro tra Russia ed Ucraina, il settore del marketing è uno di quelli che, più di tutti, ha la necessità di elaborare delle strategie di comunicazione chiare.

In questo contesto di guerra, parliamo di “real time marketing” in cui è fondamentale rimanere sul pezzo e lanciare i giusti messaggi. La guerra tra Russia ed Ucraina sta spingendo tutti i marchi a focalizzarsi sul solo concetto di solidarietà. 

Il 75% degli americani sostengono i brand Anti-russia

Un recente sondaggio di Morning Consult ha scoperto che il 75% degli americani sostiene i brand che tagliano i legami con la Russia; solo l’8% ha detto che le aziende dovrebbero mantenere i legami commerciali ma rilasciare una dichiarazione di condanna della guerra. 

Questi terreni scivolosi, come la guerra, sono un’arma a doppio taglio per i brand e basta poco per perdere una reputazione costruita nel corso di tanti anni. L’unica strategia per chiunque lavori nel marketing, in questo momento storico, è di mostrarsi proattivi nel sostenere le vittime della guerra con mosse concrete. 

I brand che si stanno muovendo in prima persona

Ad esempio, Vodafone, BT e Three hanno risposto alla crisi rendendo gratuite le chiamate tra il Regno Unito e l’Ucraina, mentre Elon Musk ha reso disponibile l’utilizzo di Starlink senza esitazione. 

Nel mondo fashion sono tante le iniziative in corso, soprattutto da parte dei grandi colossi. 

La Camera Nazionale della Moda si è rivolta verso UHNCR, l’Associazione per i rifugiati delle Nazioni Unite, donando i ricavi della appena conclusa Fashion Week per i beni di prima necessità (coperte, acqua, sacchi a pelo, cibo, articoli sanitari). 

Il gruppo LVMH ha donato 5 milioni di euro alla Croce Rossa Internazionale, oltre ad aver chiuso i 124 punti vendita in Russia (temporaneamente, per ora). 

Netflix sta sospendendo tutte le operazioni nel Paese, comprese quattro produzioni in corso. Il gigante dello streaming ha più di un milione di clienti in Russia, ma non ci ha pensato due volte nel chiudere tutti i canali. 

Cosa aspettarsi dai brand in futuro a livello comunicativo

La Russia è uno degli sbocchi di business fondamentali per molti brand e questa guerra sta portando ad imminenti chiusure dei rapporti economici e politici.

“In pratica la Russia è diventata un paria commerciale”, ha detto l’economista Mary Lovely in un’intervista per ABC News. “Praticamente nessuna azienda, nessuna multinazionale, vuole essere presa dalla parte sbagliata delle sanzioni statunitensi e occidentali”.

Secondo gli ultimi report, gli editori hanno visto un calo significativo delle entrate pubblicitarie in quanto i marchi hanno grande paura di apparire fuori luogo rispetto al conflitto tra Russia ed Ucraina. La comunicazione rappresenta l’essenza e l’identità di ogni brand del mondo, perciò è vitale tenere traccia delle proprie pubblicità, i suoi contenuti e su quali media appaiono. 

Il brand americano Applebee ha sospeso tutte le sue attività pubblicitarie sulla CNN, scusandosi pubblicamente, dato il passaggio di un loro spot durante le news sulla guerra tra Russia ed Ucraina. Il rischio di farsi influenzare negativamente dal conflitto è molto alto, perciò i brand necessitano di riequilibrare i loro sforzi di marketing e comunicazione.

Pubblicità di Applebee's in cui si vede lo spot su CNN mentre l'emittente televisiva parla dello scontro tra Russia ed Ucraina

La guerra porterà alla costruzione di brand maggiormente consapevoli

Questi periodi di tensione sociale diventano un banco di prova importante per i brand, che dovranno entrare nei sentimenti dei suoi consumatori capendo i loro reali bisogni. Uno studio condotto da Inger Roos e Margareta Friman ha scoperto che lo stress, l’ansia, la depressione, la tensione e la rabbia influenzano direttamente i cambiamenti nel comportamento dei consumatori.

Agire per disinnescare la disinformazione e avvicinarsi alle emozioni del proprio pubblico è il dovere per ogni brand mondiale. La guerra tra Russia ed Ucraina sta lasciando una scia di sangue e distruzione infinita. Noi abbiamo l’obbligo di combattere assieme a loro su altri campi minati. 

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