Ogni Paese, proprio come le persone, porta con sé una reputazione e quando come protagonista c’è la buona cucina noi dello Stivale siamo fortunati. Ma dietro a questa posizione privilegiata si nasconde la minaccia al Made in Italy: l’Italian Sounding ovvero l’imitazione al nostro autentico cibo italiano.
Cos’è l’Italian Sounding?
Quando etichette, simboli, colori, nomi o figure di prodotti evocano il nostro Bel Paese stiamo parlando di Italian Sounding. Questo fenomeno fa riferimento a tutti quegli elementi che richiamano l’italianità del prodotto, della materia prima o del processo di produzione o trasformazione.
I brand – non italiani – che sfruttano l’italianità come caratteristica dei loro prodotti ne traggono enorme vantaggio per l’ottima reputazione di cui gode il nostro Paese all’estero. L’utilizzo improprio di questi elementi mira a promuovere prodotti realizzati al di fuori dei confini che non hanno alcun collegamento con l’origine italiana e finiscono per ingannare il consumatore portandolo ad acquistare qualcosa di non autentico.
La buona cucina italiana all’estero è molto richiesta ma non altrettanto conosciuta. Molto spesso accade che i consumatori fatichino a comprendere un prodotto che di italiano non ha nulla se non il tricolore stampato sulla confezione, la torre di Pisa come sfondo o un naming del tutto italiano. Risulta perciò facile affascinare il consumatore straniero che non ha una conoscenza approfondita dell’autentico cibo Made In Italy.
Italian Sounding e Contraffazione: facciamo chiarezza
Il fenomeno dell’Italian Sounding non va confuso con le attività di contraffazione, quindi attenzione!
La contraffazione è un vero e proprio illecito perseguibile legalmente.
Si presenta quando vi sono delle violazioni di marchi, di denominazioni (DOP, IGP, DOC, DOCG, STG), di brevetti, di loghi o design del prodotto.
L’Italian Sounding, invece, è un fenomeno molto difficile da individuare. In questo caso sono i Consorzi di tutela a dover monitorare i mercati e intervenire per bloccare questi comportamenti, ed eventualmente richiedere un risarcimento danni. Vi sono alcuni elementi tipici dei prodotti Italian Sounding che permettono ai consumatori più attenti di non cadere vittime dell’Italian Sounding, questi sono: “Secondo la tradizione…”, “Italian Style”, “Autentico Italiano”, “Secondo la tipica Ricetta…”, “Real Italian Taste” sono solamente alcuni dei nomi che spopolano minacciando l’autentico Made in Italy.
Qualche numero sull’Italian Sounding
Questo fenomeno è un costo per l’economia del Paese.
Secondo un’indagine di Federalimentare ha un giro d’affari di circa 54 miliardi di Euro e i prodotti più imitati risultano essere:
- il 97% dei sughi per condire la pasta;
- il 94% dei prodotti sott’olio e sott’aceto;
- il 76% dei pomodori in scatola;
- il 15% dei formaggi.
La minaccia al Made in Italy generata dai prodotti Italian Sounding è particolarmente frequente nel Nord e Centro America.
Le mancate adesioni all’accordo di Lisbona per la protezione e la registrazione internazionale delle Denominazioni e al successivo Atto di Ginevra del 2015, infatti, rendono consentito l’utilizzo di nomi fuorvianti Italian Sounding.
In aggiunta, il diffondersi di questi prodotti rappresenta un blocco all’aumento delle esportazioni del vero Made in Italy e i prodotti fake sottraggono quote di mercato ai prodotti autentici.
Sebbene sia complesso mettere un freno all’Italian Sounding la strategia di educazione del consumatore al vero cibo italiano, al gusto e alla reale qualità toglie potere ai brand che replicano i nostri tesori agroalimentari spacciandoli per italiani.
Un viaggio tra i Fake Italians più popolari
Un viaggio alla scoperta dei fake più rinomati: dal Fontiago della Valle d’Aosta al Milano Salama Lombardo; passando per il Kresecco o Semisecco veneto. In Toscana, Emilia Romagna e Lazio, invece, si servono l’Italian Chianti style, la Mortadela e il Romanello stagionato.

Ma per farci un’idea più precisa ecco una carrellata di minacce al nostro Made in Italy da far accapponare la pelle:
Condimenti per la pasta
Tra i più imitati si trovano i sughi per condire la pasta e selezionarne solo alcuni è stata un’ardua impresa: Il brand Prego appartenente al colosso Campbell Soup Company propone una gamma di sughi “Italian Style” per tutti i gusti come la Creamy Vodka Italian Sauce per catapultarci negli anni ‘80, la Carbonara alla quale basta aggiungere del pollo e cuocere a fuoco lento o in alternativa la Prego+ con salsa di carne italiana e un mix di super verdure.

Ma non finisce qui, dal 1933 Pompilio’s – in onore al secondo Re di Roma – appaga i palati dei cittadini di Newport con portate dalla storia tutta italiana, o almeno questo è quello che vuol far credere al popolo statunitense, e attraverso lo shop online è anche possibile acquistare le Pompilio’s Sauce: la Bolognese, la Marinara Robusto, la Puttanesca e la Butternut Squash.

Formaggi
Il comparto dei formaggi ha registrato una crescita delle esportazioni a valore dell’11,2% superando €3 miliardi di export. Questi dati illustrano l’apprezzamento e la conoscenza dei formaggi italiani anche all’estero, ma la peculiarità di questi prodotti, facilmente deperibili, talvolta rendono complessa – se non impossibile – la loro esportazione, ed ecco che arrivano loro: i Fake Cheeses a colmare la voglia di italian taste dei consumatori stranieri.
Dal Romano Cheese che di Pecorino ha nulla, al Reggianito Cheese della Taurus Food azienda che si occupa di commercializzazione e distribuzione di prodotti alimentari con sede a Miami, fino al conosciuto (ormai anche in Italia) Parmesan del brand BELGIOSO realizzato, però, in Wisconsin.

E ancora, non potevamo non menzionare il Cambozola dalla Germania, il brutto anatroccolo del Gorgonzola DOP originario della provincia di Milano e infine il Cuartirolo prodotto dall’azienda argentina Verónica che altro non richiama se non il Quartirolo Lombardo altro formaggio a protetto da denominazione.

Piatti Pronti
Ma lo scandalo non finisce qui, ci sono anche i piatti pronti.
La Progresso Traditional propone un matrimonio all’italiana con l’Italian-Style Wedding, una zuppa che combina polpette, carote e spinaci in un caldo brodo di pollo o in alternativa dalla Corea arrivano gli Chapagetti un brick di pasta istantanea dal sound italianeggiante.

Come se non bastasse, il menù offre anche la Napolitanaanse Lasagnesaus per preparare una sfiziosa lasagna con manzo, zucchine e peperoni, i Maccaroni con salsa di pomodori del brand Miràcoli appartenente a Kraft o addirittura della Pasta Schuta con salsa Bolognaise della famiglia Bernbacher.

Come ti fa sentire tutto questo?
L’ironia suscita un sorriso, ma dura pochi secondi, lasciando spazio ad un’espressione di disgusto. L’immagine del cibo Made in Italy, un prestigio per l’Italia, viene storpiata ingannando i consumatori stranieri e, non solo, rovinando la reputazione dell’intero Paese. Ma fortunatamente la consapevolezza delle persone sul fenomeno dell’Italian Sounding sta prendendo piede e la vita utile della minaccia al Made in Italy è sempre più breve.
Che ne pensi? Ti sei mai imbattuto in questi prodotti? Vieni a dirci la tua nella nostra Community, ti aspetto lì assieme a tutto il team di curiosi ed esperti.