L’uso del QR code, o codici quick response, ha subìto un forte incremento negli ultimi anni, dimostrandosi molto utile anche nel marketing.
Al giorno d’oggi, le persone hanno preso completa familiarità con l’utilizzo dei QR code. Basti pensare a quante volte estraiamo il telefono per mostrare il green pass per entrare al lavoro, al bar o in un negozio.
Scansionare un codice QR è più semplice rispetto al passato: la totalità degli smartphone è infatti dotata della funzione di scansione QR integrata direttamente nella fotocamera.
Secondo le ultime previsioni di eMarketer, 83,4 milioni di utenti statunitensi eseguiranno la scansione di un codice QR nel corso del 2022 (il 37,5% degli utenti globali di smartphone). Una forte crescita rispetto ai “soli” 52.6 milioni del 2019. Gli utilizzi maggiori si rilevano poi nella fascia 18-29 anni.
Si tratta di dati interessanti per i marketers, in quanto le potenzialità e le applicazioni dei QR code nel marketing sono infinite. Vediamone insieme alcune.
Nascita, crescita e diffusione dei QR code
I QR code nascono negli anni ‘90 grazie ad una tecnologia sviluppata dalla compagnia giapponese Denso Wave, realizzata per il tracciamento pezzi delle automobili Toyota.
La loro diffusione sarà comunque molto lenta e solo negli anni 2000 il loro utilizzo fuoriesce dalle catene di montaggio, rimanendo però ancora legato al contesto industriale.
Solo dopo il 2011 si vedranno le prime applicazioni anche in ambito marketing, anche se la penetrazione tra i clienti rimane bassa, motivata dal fatto che in pochi possedevano uno smartphone dotato di una connessione internet sufficientemente veloce.
Chiaro che oggi il paradigma culturale e tecnologico ha subìto grandi evoluzioni: a possedere uno smartphone sono oltre 6 miliardi persone in tutto il mondo. Quota che si stima raggiungerà i 7.6 miliardi entro il 2027.
La stragrande maggioranza di questi, inoltre, ha da tempo integrato uno scanner all’interno della fotocamera – Apple con iOS 11 e Android per la maggior parte dei modelli.
Ma vediamo meglio da dove siamo partiti.
La diffusione e l’evoluzione dei QR code in Cina
Il vero early adopter dei QR code è (rullo di tamburi)… la Cina!
Il popolo cinese scopre i codici QR grazie a WeChat. Nel 2012 la Super App cinese rilascia la versione 4.3, fornita di uno scanner integrato per i QR code. Seguono numerosi aggiornamenti, mentre i competitor come Baidu o Alibaba introducono nelle loro applicazioni uno scanner integrato.
Se nella fase iniziale i codici QR servivano solo a consentire un’esperienza in app più veloce per l’utente, ad esempio consentendogli di entrare in una chat di gruppo con una scansione del codice QR associato, la vera e propria spinta al loro utilizzo è arrivata con il loro ingresso nel settore del commercio.
I brand introducono i QR code nelle loro mosse di marketing
Brand e aziende iniziano a integrare promozione online e offline, dotando di codici QR le proprie inserzioni, manifesti e pubblicità nel mondo offline.
I clienti, con una semplice scansione, possono così accedere direttamente a tutti i servizi sviluppati sulle piattaforme – come WeChat – o approdare direttamente sull’ecommerce o sito web.
Il successo dei QR code per il gigante rosso è motivato anche da un fattore linguistico. Il cinese e il mandarino sono lingue molto complesse anche per le persone del luogo, dunque scansionare un codice piuttosto che ricercare manualmente su Internet il nome di un brand o prodotto, consente di semplificare l’esperienza per l’utente.
Ad oggi possiamo dire che ogni angolo del gigante rosso sia disseminato di questi codici.
I primi utilizzi dei QR code nel settore pagamenti
Nel 2013 il Gruppo Alibaba introduce la possibilità per gli utenti di effettuare pagamenti tramite scansione del codice QR.
La Cina è infatti famosa per essere uno tra i principali Paesi cashless. Alipay è una tra le principali piattaforme di pagamento, affiancata da WeChat Pay e UnionPay.
In questo modo i clienti possono scansionare il codice presente sui prodotti per completare il pagamento, senza la necessità di inserire l’importo.

Anche gli altri Paesi seguono le orme della Cina sui pagamenti QR code
L’utilizzo dei QR code nei pagamenti ha subìto un rapido aumento, con un picco nel 2021, dove più di 8 persone su 10 dichiarano di aver effettuato almeno una volta un pagamento tramite scansione QR: il doppio rispetto al 2020.
Sono comunque differenti le piattaforme che consentono questa tipologia di pagamenti. Ad esempio in Giappone si utilizza PayPay, mentre in India Paytm.
Utilizzo di codice QR per un pagamento

La Svizzera, invece, ha digitalizzato nel 2017 il suo sistema di pagamento aggiungendo il QR Bill ai documenti di fatturazione, rendendolo obbligatorio a partire dal 2019.
Il codice QR presente in fattura collega automaticamente tutte le informazioni richieste per il pagamento (azienda, P.IVA, numero fattura, importo), evitando al cliente di dover inserire manualmente tutti i dati.
Il QR code svizzero è caratterizzato inoltre dalla presenza della croce svizzera al centro per consentirne l’immediato riconoscimento.

Anche l’Italia introduce i pagamenti con QR code: ad esempio, i clienti di Intesa Sanpaolo e Unicredit possono pagare bollettini postali e fatture utilizzando il codice QR.
Nel 2020 poi, Poste Italiane ha introdotto Codice PostePay.
Anche l’app Satispay offre la possibilità di pagare con QR code, anche nei negozi fisici in modo semplice e veloce: ci si reca in cassa, si scansiona il codice presente nel negozio, si inserisce l’importo e si invia la transazione.
La diffusione dei QR code nelle strategie di marketing
Alla luce degli sviluppi tecnologici degli ultimi anni, anche brand e aziende hanno iniziato ad interessarsi all’integrazione di codici QR all’interno delle loro strategie di marketing.
Le possibili applicazioni sono molteplici: coupon e codici sconto, collegamenti a siti Web o profili social, advertising o altre modalità per aumentare il coinvolgimento dell’utente anche post vendita, stampandolo, ad esempio, sullo scontrino fiscale.
L’utilizzo di tali codici è applicabile inoltre a tutti i settori: vediamo alcuni esempi.
L’utilizzo dei QR code nel food marketing
Per quanto riguarda il settore food, una delle possibilità è quella di dotare le confezioni dei prodotti di un codice QR. Il suo utilizzo sul packaging dei prodotti può essere motivato da esigenze di trasparenza e riportare, ad esempio, maggiori informazioni su:
- catena di produzione;
- informazioni nutrizionali;
- provenienza delle materie prime;
- sostenibilità del processo di produzione.
In secondo luogo, l’utilizzo di QR code nel settore food può essere collegato a iniziative di promozione. Posizionare un QR code sul packaging potrebbe infatti servire a:
- collegare direttamente l’utente al sito Web o e-commerce;
- esporre l’intera gamma di prodotti, aumentando la conoscenza e le vendite di prodotti ancora poco conosciuti;
- fornire sconti e promozioni;
- aumentare la consapevolezza sociale, indirizzando i propri clienti a campagne di sensibilizzazione sociale .
McDonald’s e i QR code per fare marketing
Il colosso McDonald’s non poteva di certo essere esente dall’utilizzare i QR code per le sue strategie di marketing.
Già nel 2015, in Australia, la nota catena di fast food lancia un’iniziativa volta a combattere percezioni negative sulla qualità del loro cibo. Il nome della campagna è “Track My Maccas”, che significa proprio Track-My-McDonald’s (Macca’s sta per McDonalds in australiano).
Le finalità della campagna:
- mostrare trasparenza e attenzione alle domande dei consumatori;
- ottenere/mantenere la fiducia dei consumatori;
- mostrare qualità dei prodotti;
- fornire risposte ai clienti in merito ai prodotti direttamente all’interno del ristorante;
- coinvolgere i consumatori spingendoli a scoprire in autonomia informazioni sui prodotti;
- incentivare i consumatori a condividere informazioni anche sui Social.
Per farlo, McDonald’s ha progettato l’applicazione “TrackMyMacca’s”, che consente ai clienti di indagare da soli. Tutte le confezioni dei panini vengono modificate con l’aggiunta di grandi QR code.

Tramite scannerizzazione delle confezioni il cliente può scoprire la provenienza dei prodotti
L’applicazione utilizza inoltre il GPS del telefono e fornisce informazioni specifiche relativamente alla provenienza degli ingredienti e a cosa è successo loro nel viaggio fino al ristorante McDonald’s in cui ti trovi.
La finalità primaria è sicuramente informare il cliente, ma sempre senza annoiarlo.
L’applicazione non solo trasforma il tuo telefono in un localizzatore di ingredienti, ma lo fa “raccontando una storia”, includendo anche elementi di realtà virtuale.
Puntando la fotocamera verso i QR code, il tavolo prende improvvisamente vita e l’utente può svolgere una serie di attività su ogni prodotto contenuto nel suo panino.
Nescafè e il programma fedeltà
Nescafé lancia PREMIO nel 2019, un programma fedeltà esclusivo progettato per gli amanti del caffè di qualità: con PREMIO i clienti possono guadagnare punti, ottenere sconti, regali e scoprire le novità esclusive.
Le scatole delle capsule sono dotate di QR code che permettono di accumulare punti ed anche di profilare il cliente, per potergli proporre offerte personalizzate.

QR code per migliorare l’esperienza in store
Anche l’esperienza in-store dei clienti è sempre più caratterizzata dalla presenza di QR code, che fungono da ponte tra mondo fisico e digitale.
I QR code possono essere utilizzati per:
- far visionare la scheda prodotto correlata all’e-commerce;
- far leggere le recensioni;
- indirizzare i clienti nei reparti o negozi giusti, ad esempio all’interno di un centro commerciale può essere utilizzato per orientare i clienti all’interno della struttura (un’evoluzione della classica mappa);
- essere posizionati in vetrina per rimandare a contenuti che fungono da “anteprima” del negozio.
Zara e i QR code sui capi di abbigliamento
Zara è sempre al passo con i trend della moda, ma anche con quelli tecnologici come la realtà virtuale e i QR code.
Nel 2015, Zara aggiunge i codici QR alle etichette dei capi per fornire informazioni su taglie, colori e composizione dei tessuti.
Non sempre, per motivi di spazio oppure di scorte, tutti i prodotti sono disponibili in negozio. Ad esempio, se il cliente all’interno del negozio scansiona il codice di un capo può subito scoprire se è presente in altri colori e ordinarlo immediatamente dall’e-commerce, anche con spedizione a casa.
Il posizionamento del QR code sull’etichetta risponde inoltre alle accuse mosse nei confronti di altre grandi aziende sullo sfruttamento del lavoro. Il QR code contiene infatti informazioni su tutta la catena di produzione, dalle materie prime al confezionamento.
Zara decide di fare di più aprendo nel 2018 a Milano il primo negozio con un punto di ritiro automatico basato sulla tecnologia QR code.
All’interno sono posizionati due punti di ritiro automatici, dove è possibile ritirare capi ordinati tramite app con la semplice scansione del QR code presente sulla conferma dell’ordine.
OOH advertising: iniziative degne di nota
L’out of home advertising (OOH) sta subendo dei cambiamenti: le aziende si stanno lanciando nelle più bizzarre iniziative, che talvolta coinvolgono anche l’utilizzo di QR code.
I codici QR sono sempre più utilizzati nel campo della pubblicità, della cartellonistica offline e stampati sui prodotti stessi, con la finalità di promuovere e sponsorizzare nuovi articoli o iniziative di brand.
Un enorme QR code in volo su Shanghai
L’azienda Cygames, per celebrare l’anniversario del videogame “Princess Connect! Re: Dive” lo scorso aprile 2021, elabora una campagna QR code decisamente fuori dagli schemi. L’azienda organizza un evento a Shanghai e, quando il cielo si fa scuro, 1500 droni illuminati si alzano in volo per formare un gigantesco QR code.
Gli utenti che scansionavano il codice venivano rimandati ad una pagina con contenuti esclusivi del videogioco e un link per scaricarlo.
Si tratta in assoluto del primo caso di utilizzo di questo touchpoint affiancato ai droni, già molto popolari e utilizzati in Cina nelle strategie di marketing.
Carrefour e il lancio di Clicca&Ritira
Un utilizzo meno stravagante, ma comunque di impatto, viene sfruttato da Carrefour per lanciare Clicca&Ritira. Si tratta di un servizio per fare la spesa online e ritirarla direttamente in negozio saltando la fila.
Per pubblicizzarlo, Carrefour decide di utilizzare lo spazio espositivo della metropolitana milanese.
Carrefour non utilizza un semplice manifesto, ma apre una sorta di negozio con vetrine virtuali, grazie all’utilizzo dei QR code.
Quindi ricrea visivamente gli scaffali del supermercato su uno spazio lungo più di 200 metri, collocandovi oltre 1000 prodotti presenti nel punto vendita. Ogni prodotto viene affiancato dal rispettivo codice QR identificativo, che il cliente può scannerizzare e aggiungere direttamente al carrello tramite l’app Carrefour.

Victoria’s Secret: brand visionario nell’utilizzo dei QR code
Quando l’utilizzo dei QR code è ancora molto limitato, il brand di intimo Victoria’s Secret decide comunque di avvalersene per la sua campagna Sexier than Skin.
Vengono realizzati manifesti pubblicitari con modelle che non mostrano il prodotto, bensì questo viene coperto da un QR code, affiancato dall’invito ai più curiosi di “Rivelare i segreti” della modella scansionando il codice.

Una volta scansionato, il codice rimanda alla stessa fotografia dove le modelle indossano la lingerie della nuova collezione. Probabilmente qualcuno ne sarà rimasto deluso.
Si tratta di una campagna particolare che gioca sulla curiosità umana e mira a colpire non solo il target di riferimento, ma anche l’attenzione della categoria maschile, con la finalità di creare awareness.
Credi che nel prossimo futuro questa tecnologia consentirà di attuare iniziative di promozione ancor più innovative? I brand saranno in grado di cogliere questa opportunità?
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