Ann Hebert, vicepresidente e general manager di Nike in Nord America, si è dimessa con effetto immediato dopo oltre 25 anni di servizio. La decisione è stata presa dopo l’uscita di un articolo su Bloomerg in cui si affermava che suo figlio diciannovenne, Joe, aveva avviato un business di successo come reseller. Ma cos’è il business del reselling ?
Cosa è il reselling?
Il reselling è un fenomeno molto diffuso che consiste nell’acquistare scarpe o capi d’abbigliamento molto ambiti, disponibili in quantità limitate, e rivenderli ad un prezzo maggiorato.
Il fenomeno affonda le sue radici negli Stati Uniti, culla della streetwear culture, dove il mercato delle sneaker vale 2 miliardi di dollari ed è in costante crescita.
Si è poi diffuso in Europa molto rapidamente, riscuotendo grande successo in Francia, Gran Bretagna e Italia. Oggi, grazie ai social media e a piattaforme come StockX o Klekt, tutti possono diventare potenziali clienti.
I ruoli chiave del business del reselling
Il reselling ha creato un vero e proprio mercato online, portando alla nascita di nuove figure professionali. Vediamole insieme nel dettaglio.
Reseller
È colui che individua e acquista il prodotto in fase di rilascio per poi rivenderlo successivamente ad un prezzo più alto rispetto a quello di acquisto, generando così un margine di guadagno.
L’acquisto può avvenire online, tramite specifiche app gratuite. Un esempio è SNEAKRS di Nike, dove le sneaker vengono rilasciate tramite delle “draw”, un sorteggio casuale, a un orario specifico.
La casualità del sorteggio risolve il problema dei bot, algoritmi utilizzati per acquistare velocemente sui vari siti internet: se il reseller è fortunato ed è riuscito ad aggiudicarsi il paio di scarpe Nike, riceverà una notifica.
L’acquisto può avvenire anche fisicamente negli store, facendo però file chilometriche per aggiudicarsi un paio di sneaker.
I tool preferiti dai reseller
I reseller spesso utilizzano HypeAnalyzer, un’app che funziona come tool di analisi del mercato. Raccoglie i dati da diversi siti di streetwear e aiuta a fissare i prezzi sul mercato del reselling.
C’è una sezione dedicata anche ai prodotti in uscita dove, cliccando sul prodotto che gli interessa, il reseller può scoprire informazioni importanti come la data di lancio, il prezzo di acquisto e vendita e i prodotti correlati.
Buyers
I buyer sono i compratori disposti a pagare cifre esorbitanti pur di avere un paio di sneaker in edizione limitata. La figura dei buyer è cambiata dagli anni ’90 ad oggi.
Prima, chi acquistava era un appassionato, mosso da un interesse culturale verso il mondo dello streetwear. Poter acquistare capi firmati era motivo di vanto e donava la sensazione di appartenere ad un certo gruppo sociale.
Oggi, oltre al desiderio di possedere tutti i capi all’ultima moda, molti sono interessati di più al guadagno. Anche il loro obiettivo diventa quello di comprare modelli esclusivi ed edizioni limitate per poi rivenderli.
Autenticatore
L’autenticatore è colui che verifica l’originalità del prodotto e lo autentica.
Il “legit check”, o controllo di autenticità, è sempre più richiesto per contrastare il fenomeno dei falsi, che impatta negativamente sui prezzi praticabili dal reseller.
Le scarpe “non autorizzate” sono tecnicamente identiche a quelle originali, anche perché molto spesso sono prodotte nelle stesse fabbriche.
Verificare un falso non è semplice: si parte dalla scatola, esaminando le dimensioni, il logo, la consistenza e il colore, per poi passare alle cuciture, alla struttura e al colore del prodotto stesso.
Si utilizzano conoscenze specialistiche e strumenti all’avanguardia supportati dalle nuove tecnologie per tenere sempre traccia dei prodotti che non superano il processo di autenticazione.
3 modi per entrare nel business del reselling
Molti giovani si sono avvicinati a questo mondo vedendolo come un modo semplice e veloce per guadagnare. Ma è davvero così?
Comprare un oggetto e rivenderlo tramite un post su Facebook o Instagram, attraverso community di settore, non è poi così difficile. Ma per rendere tutto questo un vero business c’è bisogno di prestare attenzione a fattori importanti come l’affidabilità del venditore, la fedeltà dei clienti e la velocità d’acquisto.
Sicuramente la digital trasformation ha semplificato il processo e l’ha reso più efficace.
Basta una Partita Iva per avviare un’attività a costo zero, partendo dalla creazione di una pagina Instagram dove vengono postate le foto con le sneakers esclusive, alimentando il desiderio di possederle da parte dei followers.
Tramite delle chat, inoltre, come quelle che si creano su Discord, è possibile ricevere notifiche in tempo reale quando i vari siti di e-commerce lanciano nuovi modelli di sneakers, con annesso link per l’acquisto.
Chi vuole rendere quest’attività un vero e proprio lavoro può farlo attraverso 3 modi:
1. Lo store
Il primo modo è quello di aprire un negozio fisico. Un esempio è Dropout, resell store milanese nato nel 2018 e diventato punto di riferimento per il mercato italiano e europeo.
Questa opzione richiede la necessità di un investimento iniziale per l’avvio dell’attività.
L’acquisto non avviene direttamente con il brand ma tramite il mercato secondario, cioè altri negozi oppure online da altri rivenditori.
E’ importante acquistare prodotti che permettano poi un margine di guadagno alto. È quindi necessario monitorare attentamente il prezzo attraverso appositi software a pagamento oppure utilizzando le informazioni ricevute dagli insider.
2. L’e-commerce
Sono in molti ad optare invece per l’online, attraverso l’apertura di un e-commerce.
È il caso di Lorenzo Zanola, fondatore di Hype Clothinga, e-commerce di streetwear con un fatturato di oltre mezzo milione di euro. Hype Clothinga conta collaborazioni importanti con influencer nazionali e internazionali, cosa che sicuramente ha contribuito ad alimentarne la fama.
3. Il marketplace
L’opzione alternativa è una piattaforma dove è possibile vendere e acquistare: un marketplace.
Famosi sono StockX, per il mercato statunitense, mentre in Europa abbiamo Klekt, fondato nel 2013 da due collezionisti tedeschi.
Il segreto del successo del reselling: il principio di scarsità
Era metà novembre quando venne lanciata sul mercato la linea “Lidl Fun Collection”. A poche ore dall’apertura dei negozi i prodotti erano già sold out.
Le sneakers gialle, rosse e blu, vendute ad un prezzo inferiore ai 13 euro, sono immediatamente diventate un fenomeno social. Proprio grazie alla pratica del reselling, in Paesi come Finlandia, Germania ed Inghilterra, le sneakers sono state rivendute a prezzi folli che hanno raggiunto anche i 1000 euro.
Perché le persone spendono queste cifre per un paio di sneakers?
La risposta sta nel principio della scarsità, un elemento tipico del processo di persuasione che guida le scelte di tutti noi consumatori. Questo principio è stato utilizzato anche in settori diversi: un esempio, il social Clubhouse dove i pochi inviti disponibili nel suo lancio hanno raggiunto prezzi esorbitanti sul mercato.
La limitata disponibilità di un certo prodotto ne aumenta il valore e ci spinge a vivere in uno stato di ansia e pressione finché non riusciamo ad ottenerlo.
La paura è che ci sfugga dalle mani un’occasione imperdibile. Questo mette urgenza alla nostra decisione, a prescindere dall’utilità che possiamo ottenere con l’acquisto.
A questo discorso si aggiunge un desiderio irrefrenabile di possedere qualcosa di esclusivo, un pezzo unico, una limited edition: secondo alcuni studi, questo desiderio è intrinseco nella nostra natura. Sentiamo la necessità di possedere cose difficili da ottenere.
Ecco quindi che per un paio di Jordan, Yeezy o addirittura per un paio di scarpe targate Lidl saremmo disposti a spendere anche dieci volte l’effettivo prezzo di mercato.
Facendo leva sulla scarsità è possibile che il mercato del reselling inizi ad avere margini di guadagno più alti dei brand stessi? E come reagiranno i marchi? Cosa cambierà nel sistema?
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